Martella parla del decreto Cura Italia: “Il governo ha deciso con coraggio di impegnare tutti i 25 miliardi autorizzati dal Parlamento, con un effetto leva che vale 350 miliardi. Una cifra simile a quella tedesca, in proporzione ai numeri della popolazione e del Pil. È un primo passo. Una vera e propria manovra, scritta in quattro giorni, che non ha precedenti nella nostra storia. Ci sarà un nuovo decreto per far ripartire l’economia”.
Per la stampa, ricorda, “abbiamo previsto l’accesso a un credito di imposta pari al 30% degli investimenti pubblicitari effettuati nel 2020 su quotidiani, testate online e tv locali. E c’è un intervento per tutelare il lavoro dei giornalisti free lance a basso reddito, come per i lavoratori autonomi e le partite Iva”.
Quanto alla proposta del Pd sull’obbligo di pubblicare sui giornali di carta la pubblicità degli avvisi legali, spiega Martella, “c’è stato lo stop tecnico del ministero della Giustizia, competente in materia”. Mentre sullo stop ai 40 milioni destinati alla Rai il sottosegretario dice: “Penso che la Rai debba rafforzare il suo ruolo di servizio pubblico e che tutto il governo nei prossimi mesi dovrà farsene carico”. Le edicole sono un “servizio essenziale, devono restare aperte. Il tax credit per edicole e imprese distributrici passa da 2.000 a 4.000 euro all’anno e serve anche a consentire la consegna del giornale a domicilio agli anziani e ai cittadini che restano a casa. Mi auguro che in sede parlamentare il decreto possa essere migliorato, o che in un futuro provvedimento siano inserite altre misure per il settore editoriale”.
“Il governo sta facendo ilmassimo. Salvini dovrebbe smetterla di fare polemiche in un momento tanto drammatico, gli italiani sono uniti in questa lotta contro il virus e si riconoscono nelle scelte dell’esecutivo. Conte si trova ad affrontare una situazione emergenziale inedita dal dopoguerra, sta trasmettendo senso delle istituzioni e spirito di appartenenza”, osserva Martella.
Quanto a Matteo Renzi, che invita a non fare gli “errori dell’Italia”, Martella dice: “Anche i distinguo all’interno della maggioranza stanno perdendo forza e mordente, gli italiani non li capiscono”.

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L’ingresso in Costituzione deve significare crescita, sviluppo e coesione sociale, economica e dei territori con le nuove generazioni principali beneficiarie