di Red
I Mondiali di calcio – dopo la parentesi di “Russia 2018” sugli schermi Mediaset – tornano in casa Rai. Il servizio pubblico, infatti, si è assicurato i diritti tv del torneo che si disputerà in Qatar. In particolare, su 64 partite, Viale Mazzini avrebbe comprato (manca ancora l’ufficialità della Fifa) la prima scelta su 28 partite (+ semifinali e finali non in esclusiva); le restanti 32 partite (+ semifinali e finali non in esclusiva) sono andate ad Amazon. Il settimo piano avrebbe siglato un assegno da circa 130 milioni di euro. I restanti 50 li avrebbe garantiti Jeff Bezos. Sky si è ritirata dall’asta, Mediaset non avrebbe offerto abbastanza…
Davvero un grosso investimento da parte del servizio pubblico che nel bilancio sta alimentando non poco la voce diritti tv. Basti pensare che nel budget 2021 (anno con Europei di calcio e Olimpiadi estive di Tokyo) questa voce vale esattamente 137 milioni di euro. Ma d’altronde stiamo parlando di eventi di particolare rilevanza per la società che la Rai – destinataria del canone – ha il dovere di comprare per garantirne la visione in chiaro ad almeno l’80 per cento della popolazione. Il questo caso, però, l’ultimo assegno staccato dal’’ad Fabrizio Salini dovrà coprirlo il prossimo amministratore delegato. Una piccola “dote” per il nuovo inquilino del settimo piano. È la Nazionale bellezza!
La 22esima edizione dei Mondiali di calcio si giocherà in Qatar e sarà un’edizione particolare: per la prima volta il torneo si svolgerà in Medio Oriente tra il 21 novembre e il 18 dicembre 2022. Ci saranno 32 squadre partecipanti e 64 partite, con una fase a gironi (otto in totale) e fasi ad eliminazione diretta. Il tutto in stadi che si promettono ultramoderni. Se gli Azzurri non dovessero qualificarsi si aprirebbe un nuovo scenario rispetto a quello fin qui raccontato. La Fifa dovrebbe aprire un nuovo bando per l’Italia, e in quel caso anche Mediaset – che si è contraddistinta in questi anni per un approccio “opportunistico” – non mancherà di partecipare sul modello “Russia 2018”.
FONTE: adginforma.it

Lo sport, dalle parole ai fatti
L’ingresso in Costituzione deve significare crescita, sviluppo e coesione sociale, economica e dei territori con le nuove generazioni principali beneficiarie