Pubblichiamo la riflessione del vicepresidente Figc e presidente dell’Associazione italiana allenatori sui recenti avvenimenti che hanno visto “protagonisti” dei “tifosi” laziali.
da: www.assoallenatori.it
“Vorrei farmi bastare il sorriso misterioso di un adolescente, la sue parole di speranza anche sull’orlo dell’orrore nazista, per sentirmi rassicurato davanti all’abisso di ignoranza fascistoide, che ha partorito l’ultimo episodio di antisemitismo andato in scena in uno stadio. Vorrei continuare a pensare che Anna Frank, o meglio quello che resta di lei come simbolo universale, avrà sempre la meglio su certe miserie. Credo, però, che sbaglierei e con me molti del mondo del calcio, se smettessimo tutti di indignarci davanti a questa infinita deriva moralmente violenta che continua a trovare spazio dentro e intorno a certe curve.
Indignarci e controbattere. leggere in campo una pagina del Diario è una buona iniziativa immediata perché la cultura è nemica di tutti i fascismi, ma il lavoro deve essere lungo e profondo, un lavoro politico, educativo. E deve impegnare tutti noi allenatori, calciatori, dirigenti. Perché non possono più essere consentite operazioni furbe come quella organizzata dalla Lazio di Lotito: se un settore viene chiuso per un provvedimento dovuto a comportamenti razzisti, non si può far finta che siano state squalificate le tribune e non chi li occupa, aprendo surrettiziamente la curva opposta, perché non è questo il modo di contrastare tutti quelli che negano la speranza nel sorriso di Anna Frank”.
“Vorrei farmi bastare il sorriso misterioso di un adolescente, la sue parole di speranza anche sull’orlo dell’orrore nazista, per sentirmi rassicurato davanti all’abisso di ignoranza fascistoide, che ha partorito l’ultimo episodio di antisemitismo andato in scena in uno stadio. Vorrei continuare a pensare che Anna Frank, o meglio quello che resta di lei come simbolo universale, avrà sempre la meglio su certe miserie. Credo, però, che sbaglierei e con me molti del mondo del calcio, se smettessimo tutti di indignarci davanti a questa infinita deriva moralmente violenta che continua a trovare spazio dentro e intorno a certe curve.
Indignarci e controbattere. leggere in campo una pagina del Diario è una buona iniziativa immediata perché la cultura è nemica di tutti i fascismi, ma il lavoro deve essere lungo e profondo, un lavoro politico, educativo. E deve impegnare tutti noi allenatori, calciatori, dirigenti. Perché non possono più essere consentite operazioni furbe come quella organizzata dalla Lazio di Lotito: se un settore viene chiuso per un provvedimento dovuto a comportamenti razzisti, non si può far finta che siano state squalificate le tribune e non chi li occupa, aprendo surrettiziamente la curva opposta, perché non è questo il modo di contrastare tutti quelli che negano la speranza nel sorriso di Anna Frank”.