Al Mondiale l’Italia non c’era. Rigiocassimo 100 volte contro la Macedonia del Nord, gli azzurri mai perderebbero. Ma che l’Italia non esprima un calcio sano è innegabile. Nel giorno in cui si resetta il mondiale perfettamente organizzato e velenosamente contestato in Qatar, l’Italia riparte nella bufera più stritolante. Ad un passo dalla Befana, riscatterà il campionato col Napoli finora assoluto protagonista, meritatamente davanti a tutti. Ma c’è da temere che tra papocchi al Var e classe dirigente arbitrale (che è componente federale) spazzata via qualche perdita di tempo possa risultare fatale. Quw
quello che certamente Gravina non vuole. La regolarità della stagione deve essere garantita. Saltano le teste. Sapendo che l’Assoarbitri sarebbe stata commissariata, il presidente Trentalange ha ritenuto di dire addio prima che lo mettessero alla porta. Dimissionario. Con lui, l’intero carrozzone che lo ha portato ad essere tristemente non impalpabile ma correo e tristemente figurante di una gestione tanto scadente da aver fatto rimpiangere quasi subito quella pur – negli ultimi tempi – pessima, umorale, i nemici dicevano dittatoriale di Nicchi.