Al Mondiale l’Italia non c’era. Rigiocassimo 100 volte contro la Macedonia del Nord, gli azzurri mai perderebbero. Ma che l’Italia non esprima un calcio sano è innegabile. Nel giorno in cui si resetta il mondiale perfettamente organizzato e velenosamente contestato in Qatar, l’Italia riparte nella bufera più stritolante. Ad un passo dalla Befana, riscatterà il campionato col Napoli finora assoluto protagonista, meritatamente davanti a tutti. Ma c’è da temere che tra papocchi al Var e classe dirigente arbitrale (che è componente federale) spazzata via qualche perdita di tempo possa risultare fatale. Quello che certamente Gravina non vuole. La regolarità della stagione deve essere garantita. Saltano le teste. Sapendo che l’Assoarbitri sarebbe stata commissariata, il presidente Trentalange ha ritenuto di dire addio prima che lo mettessero alla porta. Dimissionario. Con lui, l’intero carrozzone che lo ha portato ad essere tristemente non impalpabile ma correo e tristemente figurante di una gestione tanto scadente da aver fatto rimpiangere quasi subito quella pur – negli ultimi tempi – pessima, umorale, i nemici dicevano dittatoriale di Nicchi.
C’è sempre tanta Toscana nel mondo Aia. Se è vero che adesso ascoltando vecchi e qualificati arbitri di un tempo il vero numero uno era Duccio Baglioni. Quando Trentalange ha parlato di ingerenza federale, mentre AIA ha un posto in Consiglio Federale, si è capito che anche un minimo barlume di ragionevolezza era saltato e non c’era altra soluzione che la separazione. C’è stato chi mi ha chiamato dicendo restituisco la tessera, basta uno schifo simile mai. Da quando è entrato in partita, il gruppo Trentalange il padre Alfredo di un tempo per l’insegnamento ai salesiani a Torino, tra rogne ereditate e altre procurate non si è risparmiato: note spese truccate, arbitri squalificati come Pasqua e La Penna era il luglio 2021; poi il plurisqualificato Bergamo riammesso nei quadri sempre in Toscana, quindi la ridicola gestione del pasticciaccio del gol annullato alla Juve contro la Salernitana: “gli arbitri hanno deciso senza aver mai visto l’immagine che ha poi evidenziato il fuorigioco di Candreva” la dichiarazione ufficiale Aia. iPossibile che tra la base super hi-tech di Lissone e il resto si giudichi senza vedere tutto ma proprio tutto ciò che accade? Una macchia pesante e infine la pozzanghera di melma col caso del procuratore Aia d’Onofrio goffamente messo in condizione di poter pensare anche alla difesa sportiva (affidata all’ottimo avvocato Chiacchio) sperando in un vizio di forma eccetera mentre la sostanza era da brividi per i pesantissimi capi d’accusa penali: narcotraffico.
Si presenta dimissionario in Consiglio Federale anche Francersco Ghirelli, da uja vita nel pallone, di casa tra Via Allegri, Via Po, piazzale Flaminio e ora via Campania dove ha sede la holding Federcalcio servizi che lui continua a presiedere. La bocciatura ricevuta sulla riforma del campionato di C con sei gironi da dieci squadre lo ha indotto all’inaspettato passo indietro. Si sussurra che le dimissioni verranno respinte dal Consiglio Federale ma è nel mondo della Lega Pro che c’è molta agitazione e il comunicato con un “grazie Presidente” con cui è stato salutato l’indomani lascia pensare che i percorsi siano stati già delineati. E’ il barbuto giornalista esperto di economia sportiva Marcel Vulpis il vicepresidente Vicario: non uomo di apparati, ma instancabile sui campi negli ultimi tempi tra una serie di iniziative per accendere i riflettori su un campionato trizzato tra crisi economica e mutazioni importanti.
I Palazzi sono scossi da occhiate di traverso. La nomina di Abodi come Ministro dello Sport ha legittimato l’abusata frase l’uomo giusto al posto giusto (è davvero così) ma per tanti storici habituè delle poltrone conoscerlo da oltre 30 anni non è garanzia di indulgenza. Potrebbe essere paradossalmente anche un problema per chi invece pensa di stare al coperto. E in effetti la nomina di Andrea Varnier come capo delle operazioni per Milano-Cortina 2026 (in ritardo su ogni fronte) è stata una scelta fuori da ogni alone di stucchi ed arazzi. Se ne riparlerà.
Speriamo che la Fifa o l’AFA, la federcalcio argentina, provvedano a coniare una medaglia in più per un campione del mondo in più: è a Napoli che Si è avuta la conferma che nella notte della pazza folla lungo la gran via di Baires c’è un’anima mondiale che era lì: sul campo, nel cuore, nell’anima dell’albiceleste. Il primo mondiale Dopo Maradona ha avuto un non so che di giustizia divina.
FONTE: il Blog di Gianfranco Coppola