Signora, regina, addirittura “divina”, come arrivò a definirla Gianni Clerici. Per lei non c’erano definizioni fuori luogo. Lea Pericoli è stata la grande donna del tennis italiano, e la sua morte, avvenuta oggi all’età di 89 anni anni, riempie di cordoglio il mondo dello sport e anche quello del giornalismo sportivo. Perchè dopo essere stata la protagonista femminile di un’epoca ormai lontana del tennis azzurro, Lea è stata anche ottima giornalista, una delle primissime donne del tennis raccontato: sulla carta stampata, nelle conduzioni, nei commenti radiotelevisivi.
Tennista di gran classe e maestra di eleganza, anche e soprattutto in campo: nel gioco e nel “glamour” del suo abbigliamento, che ruppe rigide e stanche tradizioni.Nata a Milano nel 1935, Lea Pericoli esordì nel tennis giovanile nel 1952. Da allora la sua è stata una lunga carriera di affermazioni. Per 14 anni, dal 1959 al 1976, Lea è stata la tennista italiana n. 1, conquistando il record assoluto di titoli italiani: 27 complessivamente tra singolare, doppio e doppio misto. Agli Internazionali d’Italia è stata semifinalista nel 1967, ha raggiunto 4 volte i quarti di finale (1959, 1962, 1969 e 1971) e 8 volte gli ottavi (1953, 1955, 1960, 1963, 1964, 1965, 1970 e 1972). Ha giocato cinque finali in doppio a fianco di Silvana Lazzarino (dal 1962 al 1965 e nel 1967). Di tutto rispetto in singolare e in doppio (nel misto fu spesso suo compagno Sirola) anche i risultati ottenuti nei tornei dell’era Open, cominciata quando lei aveva 33 anni. Si è ritirata dal tennis agonistico nel 1974-75. La sua carriera giornalistica è iniziata a quell’epoca, col neonato “Il Giornale Nuovo” di Indro Montanelli.
Sposatasi nel 1964 con il designer Tito Fontana, Lea Pericoli scoprì alla fine del 1972 di avere un tumore, per il quale venne operata. Esperienza che affrontò con grande coraggio e determinazione, diventando la prima donna testimonial per la lotta contro i tumori.