di Alberto Bortolotti, consigliere USSI
“Beh, noi amputati ai Mondiali andremo. E puntiamo diritto alle semifinali. Le avversarie? Turchia, Polonia, Inghilterra, Russia, Ci piacerebbe, data l’assenza dei normodotati, indossare a ottobre in Messico la maglia azzurra “vera”, e per questo ci attendiamo un segnale da parte della Federazione”.
A Correggio non è nato solo Luciano Ligabue. Francesco Messori, 19 anni, si poteva rassegnare a “una vita da mediano” (che poi, Oriali, neanche da buttar via…) ma ha invece scelto di portare la sua condizione di amputato al centro dell’arena sportiva e creare dal nulla, in poco più di quattro anni, una Nazionale che inorgoglisce l’Italia. Di questi azzurri Francesco è il capitano, la guida, il faro anche se in squadra c’è gente molto più vecchia di lui. “Mica tutti come me, che sono nato così. Rivangare le cose non serve a molto, segnalo che con noi ci sono vittime di incidenti stradali e anche di
missioni di pace”.
Francesco si racconta a una serata del Panathlon Bologna 1957 e il suo magnetismo cattura l’attenzione dell’uditorio.
Distribuisce elogi. Alla sua famiglia, al CSI che ha creduto in lui e nella sua idea di calcio per ragazzi poco fortunati (il tatuaggio sul collo, in inglese, recita “hai solo una gamba in meno”. Robusta dose di autoironia Ah, a proposito di tattoo, rimarchevole la trasformazione in fregio sulla pelle di un autografo del suo idolo Messi, dal Camp Nou al tatuatore sulle Ramblas dormendo in maniera di proteggerlo!), a tutte le persone che manifestano attenzione per il movimento che lui ha creato. Tra i “vip” calcistici, Damiano Tommasi, presidente Assocalciatori: “ha sempre una parola buona per noi”.
Ha due piccoli crucci. Vorrebbe un po’ più di attenzione dalla FIGC (“debbo però riconoscere che a Coverciano ci hanno fatto allenare, è stato bello ed emozionante”) e gli piacerebbe che in Italia nascesse una Lega, un campionato. “Ti dico che in Turchia esiste, un sacco di squadre. Ed è paradossale pensare che sono “avvantaggiati” dalla guerra, giù, ai loro confini meridionali: il dramma bellico produce un sacco di amputati, hanno un bacino enorme da cui pescare”.
E’ un calcio che si gioca a 7, in cui gli atleti di movimento debbono essere senza una gamba e i portieri senza un braccio, è vietato toccare il pallone con le stampelle ed entrare in scivolata. I Mondiali dovrebbero andare su RAI Sport, sarebbe una bella vetrina. La preparazione si andrà intensificando, i raduni collegiali sono in programma almeno una volta al mese, sotto l’egida della FISPES, Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali, riconosciuta dal CIP, presieduto da Luca Pancalli.

ADDIO AD ALFIO TOFANELLI, MAESTRO DI GIORNALISMO
Il commosso ricordo del Presidente Gianfranco Coppola per la scomparsa di un maestro del giornalismo come Alfio Tofanelli