28 pagine, in copertina un prato verde con la linea di centrocampo in verticale ben marcata: sotto il logo FIGC il titolo: l’emergenza da Covid 19. E poi: impatto socio economico nel sistema calcio e prospettive di intervento. Insomma, il libro mastro per una presa d’atto e al momento un’ardita via d’uscita. Cifre, tabelle, grafica inappuntabile per spalmare in 6 capitoli su 8 il concetto aspetto economico. Null’altro. La passione c’è e nessuno la mette in dubbio. Come tanti altri settori ma forse più di tanti altri settori il calcio “da remoto” è qualcosa di sconvolgente. Allenamenti come i nostri figli su Classroom, dirigenti al lavoro da casa tra mogli spaventate e acciacchi sotto controllo. Quale è la situazione? Il calcio, quello che è andato avanti a testa bassa in Italia e in Europa, è sempre il Grande Nodo. Il Pianeta Lontano fatica ad entrare nell’orbita terrestre morso com’è dalla resa dei conti … economici che strangola ogni cosa.
Basket, volley e rugby hanno già detto stop. Senza aspettare Big Ben anche la pallanuoto. La Juventus come al solito ha tracciato una strada: 4 mesi di stipendio tagliati, risparmio consistente. Una sorta di Cassa Integrazione.
Il Ministro Spadafora aspetta che il Coni raccolga le istanze della Federazione e delle Tre Leghe. La Figc deve anche tenere conto di pesanti anime all’interno del Consiglio Federale, in testa l’Associazione Italiana Calciatori che vede al comando un ringalluzzito Damiano Tommasi fino a poco fa incalzato da Marco Tardelli, tornato per forza poco visibile.
La Uefa è venuta incontro alle Federazioni coinvolte in Euro 2020, Italia in testa, posticipando il campionato europeo per nazioni al 2021. Ma negli ultimi giorni il Presidente Uefa Ceferin di fronte a posizioni federcalcio ha obiettato che andare oltre il 30 giugno comporta una serie di difficoltà non di poco conto, a partire dallo slittamento dei contratti coi calciatori in scadenza 30 giugno.
La figura di Michele Uva, ex potente direttore generale FIGC e dal 2017 Vice Presidente Uefa sempre più ascoltato, è determinante. Dirige commissioni come la Financial Fair Play e quella Economica che hanno peso eccome di fronte ad una irreversibile emorragia di risorse. La stessa che ha fatto dire a Cosimo Sibilia, presidente della Lega Nazionale Dilettanti: “col sistema delle piccole e medie imprese in ginocchio è il calcio dilettanti che rischia di pagare il prezzo più alto, con la sparizione di migliaia di società con tutto il valore di tradizione, inclusione, lancio di giovani e non solo. Che i fondi per i giovani siano riversati anche ai Dilettanti.” Uva e Gravina si sono lasciati subito, e non bene. Al posto di Uva campagna acquisti. Ma ora il problema è una Uefa che di fatto assista le federazioni continentali sotto le bombe del Covid 19. La Lega di B vorrebbe chiudere la stagione a costo Di far passare l’idea che le promozioni siano assegnate in base alla classifica al momento dello stop o della riformulazione entro metà aprile. La Lega C in attesa di buone nuove continua ad essere attiva su tutto ciò che è poco sostanzioso rispetto ai gravi problemi in cui versa la categoria.
La situazione è talmente ingarbugliata che si rimette sul piatto la Legge Bosman, quella che di fatto ha rivoluzionato il calciomercato e il valore proprietà del cartellino di un atleta. Per le società professionistiche c’è sul piatto la rata dei diritti tv, i presumibili tentennamenti di sponsor che di certo o chiederanno restituzione o non alimenteranno accordi in mancanza dello show business. Nel gioco del mettere in gioco tutto e tutti ecco anche la CDP e l’istituto per il Credito Sportivo, il cui Presidente Abodi – collaudato nostromo in mari in tempesta – ha scelto da tempo la strada del rifugio rispetto alla vetrina. Ancora una volta, ruolo centrale per Giovanni Malagò che piaccia o meno quando il barometro annuncia tempesta non sbaglia una mossa, gestendo umori e poltrone con abilità inusuale.