Interviste di Maria Pia Beltran
Jacopo Volpi: “Sono grandi le emozioni che stiamo vivendo. Lavoriamo ma siamo anche un po’ tifosi di questa Italia, che credo se la potrà giocare alla pari con tutti. Tra i miei primi ricordi il primo Europeo che vidi insieme a mio padre proprio nel 1968 con la doppia finale. Papà mi porto alla prima finale e rimase l’unico titolo continentale. Il giornalismo è cambiato tanto in questi anni, mi piaceva più quello di prima. La comunicazione oggi è molto bloccata: prima tu avevi la possibilità di parlare con chi volevi ed il più bravo a tirare fuori la storia andava avanti. Ora le società ti portano un solo calciatore a cui fare tre domande al massimo tutti insieme. C’è crisi nel settore della carta stampata e quindi non siamo in un momento brillante, i social ci hanno dato una bella mazzata. Il lavoro di USSI è importante, bisogna essere corporativi perché al giorno d’oggi la stampa ha dei problemi, tanti sono a casa, i giovani faticano ad inserirsi in un contesto. Dunque l’USSI deve fare quel che può, noi dobbiamo trasmettere la passione ai giovani per questo lavoro che resta meraviglioso. Io ho fatto tanti anni di gavetta prima di iniziare un percorso molto affascinante. Oltre all’Italia mi piace la Francia, un po’ superiore alle altre, Inghilterra che avrà tante partite in case, ed il Belgio con lo scudetto fresco di Lukaku che rimane sempre a bocca asciutta nelle grandi competizioni potrebbe forse concretizzare. Mancini e Barella sono gli uomini in più della nostra nazionale.
Alberto Cerruti: “La vita ricomincia, c’è stata grande attesa, ma finalmente ripartiamo. L’esperienza di tante partite a seguito della Nazionale mi insegna che conta quando comincia la manifestazione: è stato bello quello che abbiamo vissuto fino a qui, ma adesso si azzera e si riparte. Spero che Mancini inverta la situazione: l’Italia ha sempre fatto bene quando nessuno se lo aspettava. Invece adesso tutti ci aspettiamo che faccia bene. Ha privilegiato il gioco e i giocatori, l’entusiasmo e siamo tutti speranzosi che questo entusiasmo si trasformi in realtà. Il 1968? L’ho visto in bianco e nero a casa di mia zia. Ci giocava il mio idolo Pierino Prati. Sicuramente questi ricordi mi hanno acceso la passione, ho sempre sognato di fare il giornalista sportivo alla Gazzetta: mi considero un privilegiato.”
IL PRESIDENTE FIGC GABRIELE GRAVINA
Cosa prova nel ricordare l’unico titolo italiano a livello europeo conquistato nella finale ripetuta contro la Yugoslavia del 1968?

Milano-Cortina: bandiera Olimpica sbarca in Italia. Malagò: Mondo ci guarda
Adesso tocca a noi. All’indomani del toccante passaggio di testimone con i Giochi Invernali di Pechino, la bandiera Olimpica è atterrata in Italia per far