Il grande maestro di giornalismo ricordato a Napoli e Roma
Il tour letterario per uno dei giornalisti più illustri del mondo dell’informazione italiana, Antonio Ghirelli, è partito dal Palazzo delle Poste a Napoli il 3 novembre scorso. La Mostra- Convegno organizzata dall’Emeroteca Biblioteca Tucci e dal Gruppo USSI Campania ha visto tra i relatori e gli ospiti molte grandi firme della stampa italiana, tutti intervenuti per dare un tributo a quell’effige di nome Antonio Ghirelli: colui che si definiva “un marinaio e come tale ci ha lasciati” – testimonia Salvatore Maffei, Presidente Emeroteca Biblioteca Tucci; mentre il Vicepresidente Mario Zaccaria, anche presidente del Gruppo USSI Campania, ha aperto l’evento con un prologo: “non mi è capitato di lavorare con il Direttore ma la mia vita ha incontrato comunque quella del Direttore Ghirelli all’esame per giornalista, alla prova orare, che si svolgeva a due settimane dal terremoto dell’Irpinia, lavoravo all’ANSA e non avevo avuto molto tempo per preparami, così mi presentai in maniera un po’ scanzonata, feci la prova orale e mi sedetti in prima fila per assistere agli esami di chi veniva dopo di me. Allora, si alzò dal tavolo della presidenza, si avvicinò e mi sussurrò in un orecchio “Zaccaria ci hai fatto divertire, il prossimo giornale che terrò ti faccio direttore“.
A moderare Gianfranco Coppola – Presidente USSI nazionale – che aggiunge: “una giornata impegnativa per celebrare in questo tempio dell’editoria una figura di primissimo piano. Noi piccoli cronisti ci rendiamo conto che siamo davanti ad un gigante del mestiere e, come presidente della Stampa Sportiva, dico che dobbiamo tantissimo a Ghirelli. Lui, ha rivoluzionato anche il giornalismo sportivo e, come docente dei giornalisti della RAI, è stato sempre allegro, con quel sorriso in volto, dispensava consigli sacri e piccoli trucchi del mestiere“.
Le emozioni si susseguono con le storie di chi ha lavorato con lui e di chi lo ha incontrato nel cammino della vita. L’uomo che è riuscito a celebrare la coerenza delle proprie convinzioni cambiando spesso direzione verso la via ritenuta più giusta, quella dei fatti, quella della gente ed è per tutti un ‘Titano’. Il giornalista, lo scrittore, l’amante del teatro e del cinema, l’innamorato dell’unica donna che lo ha accompagnato per tutta la vita e padre di due figli Massimo e Guido che, oggi, tra le pagine di ‘Antonio Ghirelli: il mestiere più bello del mondo’ fanno rivivere l’uomo, il professionista, il padre e, soprattutto, il mentore di tanti, forse, di tutti. L’uomo che ha saputo fare la differenza tra ‘Napoletanità’ e ‘Napolitudine’, che seppe spiegare Napoli e che descrisse la sua gente come: “Napoli un paradiso abitato da Diavoli” – testimonia Ermanno Corsi. Lui, compagno di Enzo Biagi, di idee e obiettivi comuni, sosteneva: “quando noi napoletani andiamo a Roma non andiamo in un’altra città ma nel nostro centro storico“.
Affiorano i ricordi nella Emeroteca, quelli di Luigi Vicinanza che dice: “Lui, ha spiegato il calcio ai tifosi, Napoli agli italiani e la storia dell’Italia ai repubblicani”. Quelli di Pino Fiorenza che cita la ‘Mensa dei bambini proletari’ nata nel 1973 a Napoli e l’attività d’informazione di Ghirelli a difesa dei ragazzi attraverso la rubrica ‘Forza Ragazzi’, dove lo invitò a raccontare la sua storia dopo un particolare arresto da ragazzo. E dal tavolo dei relatori, gli aneddoti accorati di Antonio Corbo – il primo discepolo di Ghirelli – che promettere di essere breve ma nel raccontare ‘il mondo di ieri’ si sofferma su particolari magici che fanno la memoria storica di tutti i giornalisti, poi, narra la sua: “Ghirelli leggeva tutto! Anche i pezzi delle edizioni regionali. Sapeva tutto e aveva una grande velocità di scrittura e di lettura”. Corbo al fianco del grande ‘Gigante’ proprio per queste virtù. Il Direttore, che aveva incontrato ed apprezzato un suo pezzo, lo contattò per un articolo da prima pagina del giorno dopo, dal tema a cavallo tra il calcio e lo spettacolo. Lento ma dal titolo geniale – “Juve-Inter: la strana coppia” – conquistò un posto di lavoro con Ghirelli”.
Nel pomeriggio si è replicato a Roma presso l’Ordine dei Giornalisti con il Presidente Carlo Bartoli, il sociologo Domenico De Masi e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, napoletano e giornalista che ha voluto omaggiare un grande intellettuale di Napoli: “era soprattutto un gran signore. A Napoli signore significa che sei elegante nello stile, nell’umanità dell’essere, che hai una profonda apertura verso gli altri. Non ho conosciuto Antonio Ghirelli personalmente ma quando lavoravo al TG1 decisi di realizzare un documentario sull’epidemia di colera a Napoli negli anni ’70. In quell’occasione intervistai Ghirelli che, oltre a darmi le sue impressioni, mi guidò nella realizzazione, dicendomi chi dovevo intervistare e quali documenti dovevo cercare. Da lì, è iniziata una frequentazione e i suoi libri di storia mi sono molto piaciuti“.
“Una penna dentro la storia” parla ancora ai suoi lettori, ha l’odore della carta e le immagini da TV.
di Enza Beltrone
Progetto Cultura e Informazione: realizzato con il contributo di Sport e Salute S.p.A. – l’azienda dello Stato per la promozione dello sport e dei sani stili di vita