di Alberto Bortolotti, consigliere USSI
Bologna 4 novembre 2019 – Gli anni finali della carriera di Gianfranco Civolani sono stati tutti petroniani ma il giornalista spentosi ieri nella sua Bologna a quasi 84 anni è stato per lustri una signora firma dello sport globale. Per Tuttosport ha coperto Mondiali e Olimpiadi, abbracciando nella sua attività professionale più “normale” un vasto territorio tra il Centro e il Nord Est, e che aveva in Ascoli e Udine i punti cardinali dei suoi pezzi. Figura di inesauribile poliedricità, il “Civ” ha diretto un teatro cittadino, La Ribalta, militato nel vecchio PSI (“corrente lombardiana”, amava specificare, orgoglioso di una estrazione profondamente riformista: il suo papà è stato consigliere provinciale del PSDI), diretto la Fortitudo Baseball, agli albori di una cavalcata che l’ha poi resa la società italiana più importante del “batti e corri”, e retto da solo per 57 anni il basket donne sotto le Due Torri (il gruppo da lui creato è oggi la base della Virtus Segafredo che disputa la Serie A). Scherzando, dichiarò di avere sperperato un miliardo di eredità paterna per assecondare le sue passioni, ovvero la pallacanestro femminile…e non solo.
