Cadere a un passo dalla fine può comportare o un grande senso di colpa verso il team o il desiderio di rivincita. Dopo il capitombolo in Malesia Valentino Rossi quasi si fa crescere l’autostima: “Per Marc avere me davanti è stata una motivazione in più? Non so, sarebbe stato bello vedere come sarebbe andata a finire. Poi sicuramente Marquez è il più forte in questo momento, ha vinto il Mondiale e ha vinto anche nove gare. Per quello che ci riguarda, abbiamo migliorato un sacco, ma negli ultimi giri siamo ancora un pochino in difficoltà. Anche Vinales in Australia ha dovuto rallentare, la differenza è che lui era da solo e quindi ha vinto, io invece avevo Marquez vicino. Comunque mi fa piacere di essere uno stimolo per Marc. C’è stato un momento della gara in cui avevo portato il vantaggio quasi a 1″3 e lì mi sono detto che se fossi riuscito a dare un altro strappo, probabilmente sarei arrivato da solo. Poi lui ha fatto tre giri veloci ed ho capito che gli ultimi due giri sarebbero stati alla morte. Sarebbe stata una bella lotta, perché credo che me la sarei potuta giocare nel corpo a corpo”.
A Sepang, smaltita la delusione di Bezzecchi, solo quinto al traguardo in Moto3 con Martin vincitore della corsa e del Mondiale, suona l’Inno di Mameli due volte in Moto2: la gara è appannaggio di Luca Marini e il titolo va a Pecco Bagnaia, uno dei ragazzi dell’Academy tavulliese di Valentino. Quanto alla Motogp, Marquez raccoglie i frutti della scivolata di Rossi e conquista in Malesia il nono successo stagionale, in rimonta dalla settima casella in griglia.
Ci si prepara al grande duello finale, quello che per Rossi significherebbe il ritorno al successo dopo Assen 2017. Ci si prepara, appunto, ma proprio nel momento in cui la corsa entra nel momento caldo, ecco l’errore che non ti aspetti, quello di Valentino. Che alla staccata della prima curva del 17° giro si inclina appena un po’ di più del normale, la gomma anteriore perde aderenza e lui scivola verso l’eo in campionato per l’autogol di Rossi, 7° Danilo Petrucci, poi Miller davanti a Danilo Petrucci.
A proposito di Bagnaia, ecco come ripercorre l’inizio della carriera: “Il momento più difficile è stato il 2013. Arrivavo dal CEV dove ero uno dei più forti e mi sono ritrovato nel Mondiale, dove invece ero uno dei più scarsi. Quando sei giovane, una cosa così non aiuta sicuramente. Diciamo che mi ha fatto pensare molto, però è una cosa che mi ha dato molta forza e mi ha spinto a continuare. Magari senza quell’anno, oggi non sarei qui, perché sarei più debole mentalmente”.