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Universiade 2019: a vincere è Napoli

Universiade 2019: a vincere è Napoli

di Enza Beltrone
Napoli 2019 saluta dal San Polo e lo fa cominciando da Mennea. Le immagini del campione all’Universiade di Città del Messico (1979) e il record sui 200 metri (19’’72) fanno ancora sognare. 40 anni dopo, lì sul palcoscenico la moglie Manuela Oliveri a ricordarlo prima di innescare il countdown per lo show di chiusura.
Al cospetto del calderone, tra musica, numeri e immagini delle imprese atletiche, si fa spazio il concetto del “sospeso” – caratteristica partenopea – e va in scena. Lo spettacolo ideato e prodotto da Balich Whorldwide Shows, per la regia di Stefania Opipari, incuriosisce e stupisce.
Lo stadio è gremito. In 35 mila ad illuminare gli spalti con gli smartphone, festeggiando a colpi di sport, storie e note. Mentre il ruggito del Vesuvio di Napoli 2019 apre agli atleti fra luci e fuochi d’artificio. Un funambolo spunta dalle fiamme del cratere e domina il San Paolo prima che il serpentone variopinto – lungo 6 mila atleti per i 118 Paesi – si impossessi del palcoscenico e posizioni le bandiere per i saluti. Tutti insieme, ancora una volta, come si era cominciato.
La conduzione della serata ai The Jackal. Ciro Carpiello, Fabio Balsamo, Gianluca Colucci e Simone Russo, quattro compagni di scuola con un sogno che oggi li vede professionisti del videomaking e della comunicazione.
L’apertura del protocollo al Commissario straordinario Gianluca Basile che ha vinto la dura scommessa contro lo scetticismo e ha portato Napoli nell’Olimpo delle cerimonie sportive. “ È una grande emozione essere qui, tutti insieme ci siamo riusciti”. Ringrazia tutti, e saluta il Presidente del Consiglio Conte – che all’arrivo aveva detto: “quanto successo qui è un messaggio per i giovani, perché le Universiadi sono una bella testimonianza di agonismo ma anche di amore per lo sport, per i valori del rispetto reciproco, dell’inclusione, dello scambio di esperienze anche. E’ una bella prova per tutti i giovani e per l’Italia“. Basile omaggia la signora Manuela Olivieri (moglie del grande Mennea), saluta De Luca – presidente della Regione Campania –  e afferma orgogliosamente: “a tutta l’organizzazione, acquisendo la consapevolezza che in Campania siamo in grado di realizzare un grande evento”.
Oleg Matytsin Presidente FISU (Federazione Internazionale Sport Universitari) – ha solo parole di elogio per l’organizzazione, i volontari, gli atleti e il calore dei napoletani: “facciamo dello sport una fase fondamentale della vita… Non è stato sempre facile veleggiare ma so che torneremo migliori in un tempo migliore. Le ultime due settimane ci hanno dato molte ragioni per essere grati a voi di essere atleti e la FISU dice grazie”. Dichiara ufficialmente conclusa la 30^ Unviersiade di Napoli 2019.
Lo sguardo va a Chengdu 2021 e Luigi de Magistris – sindaco di Napoli – restituisce la bandiera al presidente FISU che la consegna al sindaco della città cinese. La testimonianza del fuoco sospeso di Napoli blocca il tempo e aspetta uno sconosciuto che ne abbia bisogno. Dare un acino di fuoco al vicino che lo offre all’umanità diffondendo  l’energia virtuosa, questa volta creata dai giochi delle Universiadi: “acini di fuoco” e/o storie epiche degli atleti e di tutta una popolazione.
Il sindaco cinese: “ora posso sentire il tic tac di Chengdu! Grazie per averci regalato una Universiade affascinante e meravigliosa, con i 16 milioni di cittadini di Chengdu accogliamo le Universiadi e incontriamoci in Cina”.
Cambia ancora la scenografia. Dal Mare Aperto con le barche di carta al Battito dell’Energia, dall’eruzione del funambolo all’entrata delle bandiere, poi si spegne il Vesuvio e dalla galassia sbuca il pianeta terra. L’occhio terrestre – sulle note di “O sole mio” – passa il testimone ai festeggiamenti dei cinesi.  Coreografie impregnate di cultura asiatica come assaggio di quello che sarà la prossima sfida dei Giochi. Dai chimoni ai samurai, dagli ombrellini multicolore alle bandiere cinesi, sino ai panda di Ghengdu. Molti artisti, danze e canti tipici per Cina 2021: ancora in Italia ma già incanta.
Rintocca l’ora di spegnere la fiamma e il rito è affidato a Daisy Osakue. La discobola azzurra,  oro al San Paolo, finisce quanto aveva iniziato  Lorenzo Insigne, che con un calcio al pallone l’aveva accesa. Lei, dopo il soffio del bambino Bruno Carraturo, con una gestualità romantica e avveniristica passa le dita sulla fiamma per spegnerla. La fiamma però non si spegne mai, viaggia verso il futuro come la giovane azzurra che lancia il frisbee luminoso lontano, lì fra la gente e verso il domani. Daisy – icona di questa Universiade – mette in circolo la speranza.
Ancora festa con Clementino e la musica partenopea in chiave moderna. Il rapper coinvolge il pubblico sia sugli spalti a suon di cellulare sia sul parterre con le braccia al cielo di atleti e volontari.  “Fa i numeri”, proprio come l’Universiade 2019. A Napoli è record italiano con 44 medaglie, sesta nel medagliere con 15 medaglie d’oro – dietro a: Giappone (82 – 33 d’oro), Russia (82- 22 d’oro), Cina (43 – 22 d’oro), Stati Uniti (52 – 21 d’oro), Corea del Sud (50 – 17 d’oro). A coronamento dell’impresa l’orchestra Scarlatti Junior con l’Inno di Mameli.
Promossa a pieni voti anche la macchina mediatica, con circa 1200 media accreditati provenienti da 53 Paesi che hanno avvalorato l’immagine sportiva e culturale dell’Italia nel mondo.
Le performance si moltiplicano con Livio Cori, dj JesaSonic. Atteso Mahmood, che da Sanremo all’Eurovision è diventato icona internazionale della musica italiana. Ai giochi universitari di Napoli 2019 con “Soldi” domanda: “come va? Come va? Come va?”. La risposta questa volta è ormai scontata: Universiade promossa a pieni voti!
Chiude il sipario Napul’è di Pino Daniele fra i fuochi d’artificio e occhi commossi.

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