Applausi per i tre quarti di secolo dell’Unione stampa sportiva italiana, Volti, storie e passione di un mestiere difficile. Sulla Msc Fantasia l’affettuosa carrellata di firme con momenti, luoghi e campioni da non scordare
di Mario Frongia
La Seicento Fiat del padre di Antonio Giordano. L’entusiasmo di don Patrizio Coppola: “Il futuro è un gioco da ragazzi!”. Il sorriso e la fiducia di Vincenzo Boni, plurifinalista paralimpico a Tokyo e testimonial di come si possa essere terapeutici a qualsiasi malumore. Gli aneddoti su Puskas, Schumacher e Pelè di Charles Camenzuli. L’emozione di Pina Napoletano, campionessa di pallamano e atleta dall’animo d’amianto. L’impegno di Valentina Ciarlante, molisana e prima donna a presiedere un direttivo regionale Ussi. Gli ottanta giri di campo di campo compiuti da Valentino De Feo per festeggiare il proprio compleanno con altrettante candeline. Il rullino delle foto per il Guerin sportivo, consegnate nel cuore della notte da Gianfranco Coppola, con la complicità di un addetto aeroportuale, al pilota dell’ultimo volo per Bologna. Ricordi virato seppia. Umori e amori di un giornalismo che, forse, non c’è più. Ma che resiste, si impegna, cerca strade e buone pratiche da trasmettere alle nuove generazioni. L’Ussi, per un pomeriggio in giacca e cravatta, guarda lontano. Carezza e promuove l’idea di un mestiere che deve stare tra e per la gente. Meglio, con la curiosità, l’attenzione, il buon senso e il rispetto per la verità che gli utenti meritano e si aspettano. Lacrimucce? Anche. Il salone damascato, tra cristalli, velluti, legni pregiati e quadri d’epoca della Msc Fantasia, trabocca di vitalità, ricordi, abbracci. Sì, abbracci. Cauti, ma veri e sentiti. Con la mascherina ben inforcata, forti del tampone effettuato appena prima di salire a bordo, il mondo dello sport e del giornalismo tricolore si è unito con quel genere di partecipazione che incornicia le cerimonie speciali. L’anniversario dell’Ussi lo è per una serie di buone ragioni: 75 anni fa il Paese era in bianco e nero, stremato, reduce da una dittatura e da una guerra feroce con centinaia di migliaia tra morti e dispersi. Eppure, voglioso di rimettersi in moto. Come il giornalismo sportivo. Ricordarne gesta e fatiche degli autori dell’epoca, è stato al centro dell’evento curato da Mario Zaccaria, presidente della conferenza dei presidenti e dell’Ussi Campania. Il tutto con la supervisione di Gianfranco Coppola, la collaborazione di Alberto Bortolotti e il certosino lavoro organizzativo di Guido Lo Giudice ed Enza Beltrone. Un gioco di squadra rivelatosi vincente. Da qui, le pacche e i flash per i fenomenali fratelli Franco e Pino Porzio, per il volto ancora severo e asciutto di Patrizio Oliva, per il tecnico dei record al Cagliari, Massimo Rastelli, per un’icona indelebile del pallone italico qual è Corrado Ferlaino: “Il mio rapporto con i giornalisti era pessimo. Adesso, è ottimo!” il pensiero dell’ingegnere nel ricevere la targa “Gian Piero Galeazzi”, autore degli acquisti di Maradona, Zola e Careca e del disegno del decennio di successi per un popolo malato di pallone. Anche per questo le troupe di Tv Malta e della rete turca Dundar Kesapli non si sono perse la scena. Una serie di storie nella storia trasmesse in diretta streaming. Con i saluti di Giovanni Malagò e Vito Cozzoli, numeri uno di Coni e Sport e salute, portati da Nando Arcopinto, si entra nel vivo. Il presidentissimo Coppola, che segnala il gemellaggio con il Panathlon (Massimo Rosa, collega del Distretto Italia, applaude), rilancia: “Lavoriamo per la tutela della categoria e per realizzare un manuale di stile che potremmo intitolare Parliamo italiano”. Per i cronisti dello sport la passerella è proficua: “Napoli, la mia forza!” esclama Luca Curatolo. “Cerco ragazzi bravi, i giornalisti come si deve servono ancora” sintetizza Massimo Corcione. “Da bambino volevo essere Antonio Corbo!” dice Antonio Giordano. Corbo è lì, in prima fila. Applaude, traspare un filo di commozione. Ecco, talvolta, la fretta per arrivare prima dei colleghi – per quanto può valere nel terzo millennio dei social e del web! -, il pezzo, la chiusura, le foto, la titolazione, si arrendono all’animo umano. Annodano esperienze e motivazioni. Nuove e datate. Ed è questa la seconda ragione per definire speciale i settantacinque anni Ussi festeggiati a Napoli ieri, un martedì, dopo tanta pioggia, con il sole e cinque gradi centigradi. La terza riguarda e associa il momento storico, con la pandemia che mette ancora sul chi vive , il ruolo e le responsabilità dell’Ussi. Se Mario Zaccaria sottolinea la “scuola del giornalismo” nata e maturata in Campania, Gianfranco Coppola coglie l’assist per riannodare i fili e affilare i ferri del mestiere: “Umiltà, costanza e determinazione. Il giornalismo non deve cedere alle lusinghe del protagonismo e dell’esteriorità”. Il presidente nazionale saluta Luca Valentini, direttore commerciale Msc. Raffaella Palumbo intervista gli ospiti. Gianni Merlo, numero uno internazionale Aips, applaude. Annamaria Baccaro presenta e conduce. I maxivideo riproducono foto e immagini sportive dei tre quarti di secolo. Si parte, l’atmosfera è quella giusta, ossequiosa ma non troppo. I cognomi in scaletta compongono un ritratto di famiglia del giornalismo e dello sport. Di ieri e di oggi. Storia e attualità della professione. Commemorazione e quotidianità viaggiano appaiate: da Acampora a Casciello, Cisternino, Ghirelli, De Luca, Vigliotti, De Feo, Iuliano, Pacileo, Barbuto, Masiello, Lucarelli, Silvestri. Premiati e premianti, da Tano Rizzo a Mauro Caraffa e Ornella Mancini, in posa per ripartire. Assieme, consapevoli che esigenze e richieste sono mutate. Nel corso dell’evento si scopre che Palombella rossa di Nanni Moretti è stato girato nella piscina Posillipo: i fratelli Porzio annuiscono. “Abbiate il coraggio di scrivere anche del judo” ammonisce Pino Maddaloni. “Siamo tutti chiamati a fare meglio” rimarca Paolo Mastino, caposervizio Rai e presidente Ussi Sardegna. “I colleghi fotografi sanno che siamo al loro fianco” dice Giuliano Veronesi, consigliere nazionale Ussi, mentre premia Ciro Fusco. Luigi Carraro, figlio d’arte e deus ex machina in Europa del padel, riceve la targa da Gianfranco Coppola. “Ho imparato qualcosa da tutti i ct” rimarca Mauro Vladovich, custode dei segreti degli spogliatoi della nazionale di calcio. Arrivano ringraziamenti e applausi condivisi. Anche per Agropoli società centenary e Agenzia digigroup, coordinata da Carmine Giannattasio con l’exploit di contatti sui social. La sala presta attenzione alle garbate indicazioni del comandante. La Fantasy riparte per il Mediterraneo. I cronisti per consumare tacchi, o almeno provarci, un po’ ovunque. Game over.
Milano-Cortina: bandiera Olimpica sbarca in Italia. Malagò: Mondo ci guarda
Adesso tocca a noi. All’indomani del toccante passaggio di testimone con i Giochi Invernali di Pechino, la bandiera Olimpica è atterrata in Italia per far