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AD10S MARADONA. L’ULTIMO SALUTO AL DIO DEL CALCIO

AD10S MARADONA. L’ULTIMO SALUTO AL DIO DEL CALCIO

Una lacrima lunghissima, senza fine, dal tramonto all’alba, mentre Napoli non riusciva a domare il cuore con le lancette dell’orologio che anziché battere verso l’ora del lockdown ripercorrevano a ritroso le ore che hanno segnato l’avventura umana e calcistica del più grande calciatore di ogni tempo secondo i sondaggi internazionali. In Argentina si è spenta la sua vita, troppi malanni assieme. Diego non ce l’ha fatta.

Nei quartieri a lui più devoti, naturalmente quelli popolari, uno slancio irrefrenabile: sentito, non smodato. Luci che nel cuore saranno eterne allo stadio San Paolo, dove di giorno e sotto i riflettori ha brillato la sua stella.

Ci fosse una vecchia macchina per scrivere, il carrello spinto da un lato all’altro, i tasti a creare un involontario spirito, avrebbero aiutato il cuore ad avere una scossa. La tastiera muta del pc accompagna il nastro della memoria. Anni a seguire le sue avventure: sul campo, fuori. Dagli incontri con Papa Wojtyla a Fidel Castro, dal ritorno a Napoli passando per ritiri, viaggi nel mondo.

 Un sacrario, Napoli: racconti, episodi, non c’è stato bisogno di rovistare nei bauli perché chi ha posato per una volta vicino a lui, sempre disponibile, l’ha sempre tenuta in bella mostra.

Non è un giorno adatto per i moralisti in servizio permanente per discutere sui suoi stravizi, su famiglie slacciate e annodate, storie di droga e alcool. Maradona è stato l’unico grandissimo amato da tutti i compagni di squadra, l’unico che quando era Martello batteva l’incudine societaria per ottenere premi per le figure più umili: magazzinieri, massaggiatori, autisti. Poi le riserve, pian piano fino a lui: ultimo come solo i numeri uno sanno esserlo. Lo stadio San Paolo aspettava un nuovo titolare: se sarà Maradona Stadium sarà il sigillo anagrafico ad un sentimento che è già timbro a fuoco nel cuore e nella mente.

ll Sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha proclamato il lutto cittadino per la morte di Diego Armando Maradona.

I tifosi del Napoli hanno acceso decine di lumini votivi nella piazzetta ai Quartieri Spagnoli davanti al murales di Diego Maradona. Nella piazzetta c’è un piccolo bar con decine di foto e magliette di Maradona, davanti al quale i tifosi si sono raccolti in preghiera. Il bar ha acceso un proiettore su cui  le immagini dei suoi gol hanno scandito ore senza sonno, senza pace, senza un perché. Pur di fronte ad un uomo stanco, reduce da interventi al cuore, allo stomaco e alla testa. Ma sembrava invincibile. Nella piazzetta, un donna al primo piano ha appeso allo stendipanni al balconcino una maglia del Boca Juniors con il numero 10, la prima maglia di Maradona.

Dal primo giorno in cui sei arrivato nella nostra amata Napoli, sei diventato un Napoletano doc. Hai dato tutto per la tua gente, hai difeso questa terra, l’hai amata. Ci hai regalato la gioia, i sorrisi, i trofei, l’amore”. Così Lorenzo Insigne oggi capitano del Napoli su Facebook parlando di Diego Armando Maradona.”Sono cresciuto sentendo i racconti della mia famiglia sulle tue gesta, vedendo e rivedendo le tue infinite partite. Sei stato il più grande giocatore della storia, sei stato il Nostro Diego – scrive il capitano del Napoli -. Ho avuto la fortuna di incontrarti, parlarti, conoscerti e non ti nego che mi tremavano le gambe. Per me hai sempre avuto belle parole, parole di conforto che non potrò mai dimenticare e che custodirò per sempre dentro di me. Da tifoso, da Napoletano, da Calciatore: Grazie di tutto D10S.Ti ameremo per sempre”, conclude Insigne.

Un bengala rosso accesso e un coro “Ho visto Maradona”. Così i tifosi del Napoli hanno fatto partire la commemorazione dell’ex asso argentino ai Quartieri Spagnoli, nella piazzetta che ospita il murales di Diego. I tifosi continuano ad arrivare in una sorta di pellegrinaggio nella piazzetta, ed esprimono la loro commozione. Una tipografia ha stampato in pochissimo tempo dei manifesti di lutto con un’immagine della Madonna e un pallone e la scritta: “E’ venuto a mancare Diego Armando Maradona. La Napoli che piange. Ciao Dio del calcio”.

“Napoli perde un figlio. Mi aspetto un lutto ufficiale in tutto il mondo”. Lo ha detto Giuseppe Bruscolotti, il capitano del Napoli del primo scudetto, che poi cedette la fascia a Maradona. Tutti giocatori del Napoli dell’era Maradona sono rimasti sconvolti dalla notizia della morte di Diego. Da Zola a Ciro Ferrara, da Cannavaro a Juliano l’ex capitano che concluse il suo passaggio dal Barcellona al Napoli nel 1984. Strapazzato al telefono spiccica fioche parole Salvatore Carmando, il suo confessore, l’uomo che curava muscoli e umore, custode severo dello scrigno della vita di Diego.

Pino Daniele e Massimo Troisi due suoi grandi amici lo hanno preceduto nell’Olimpo dei super. Lui più di ogni altro smuove il mondo: Napoli in un anno terribile conosce l’orribile dolore della morte di Diego. Che vivrà, in eterno, nella sua Napoli.

Gianfranco Coppola vicepresidente Ussi

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