di Riccardo Signori vicepresidente vicario USSI
Neppure il peggior nemico poteva augurare alla Juve un finale così. E un addio alla Champions League tanto beffardo. Prendiamo il buono: Juve e Roma hanno dimostrato che le due grandi di Spagna sono un po’ meno grandi. Prendiamo il peggio: il calcio italiano ha rischiato la clamorosa accoppiata alla semifinale di Champions e se l’è giocata per una decisione arbitrale che dividerà il mondo bianconero dal resto dell’ universo calcistico. Ancora una volta Cristiano Ronaldo ha dimostrato di essere il giocatore che fa la differenza: che segni gol memorabili o propizi l’ultimo spiraglio di speranza nei secondi finali. E, naturalmente, senza sbagliare il rigore conseguente. Ad ognuno la sua grandezza.
La Juve ha sfiorato l’epica di una rimonta e va ringraziata per aver tenuto tutti con il fiato sospeso, per aver condotto il pubblico a godersi il bello dello sport: passione, tensione, attrazione, emozione, illusione e, infine, delusione quando, invece, sarebbe stato gustoso vivere l’esplosione dei sentimenti e del godimento.
Nel caso parliamo di goduria juventina, ben sapendo che il tifo italiano non riesce a sconfiggere l’eterna divisione fra guelfi e ghibellini, juventini e antijuventini nemmeno in un ambito internazionale. Quindi ci sarà certamente goduria, ma di altro tipo. Ogni tanto bisognerebbe volare un po’ più alti.
Però questa partita ci ha detto anche che sarebbe il caso di vedere il Var pure nelle coppe europee. Proprio le squadre italiane ne hanno subito l’assenza: Juve (a Torino quel fallo conclusivo su Cuadrado, a Madrid il rigore dei dubbi), Milan con l’Arsenal, Roma a Barcellona … Forse ci vorrebbe un diverso peso politico in ambito europeo. Non è mai troppo tardi per darsi una mossa.
La decisione conclusiva dell’arbitro Oliver, con quell’espulsione nei confronti di Buffon così carica di una ingiustizia, non tanto arbitrale quanto umana, avrebbe preso altro aspetto se fosse stato possibile avvalersi del Var e dei suoi tutori. Le proteste sarebbero state meno esasperate. Il calcio d’Europa non può negarsi al progresso, soprattutto in una competizione dove non contano soltanto le questioni di sport. Il risultato di Madrid dice che il Real è globalmente più forte della Juve, ma con un pizzico di sorriso beffardo. Ed è davvero un peccato pensare che Buffon ha, probabilmente, salutato la sua storia nel calcio da Champions con un cartellino rosso in faccia. Meritava, piuttosto, un applauso alla carriera.