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Coppola e il calcio italiano verso il Mondiale

Coppola e il calcio italiano verso il Mondiale

IL CALCIO ITALIANO VERSO IL MONDIALE: TEMPI DURI FUORI E DENTRO IL CAMPO
Il testo è tratto da un editoriale di Gianfranco Coppola, membro della Commissione Calcio di AIPS, Consigliere Nazionale USSI, giornalista RAI, pubblicato sul sito di AIPS (http://www.aipsmedia.com/index.php?page=news&cod=13250&tp=n)
Il calcio italiano vive un periodo di stagnazione, con i club tremendamente lontani dai loro standard europei tradizionali e con i bilanci ancora fuori controllo, nonostante il secondo posto in Europa per calciatori iscritti (5 milioni) e la terza piazza per numeri di tesserati ai club, 1 milione e mezzo.
L’aver importato grandi stelle come Gonzalo Higuain, Carlos Tevez e Mario Gomez – giocatore la cui qualità è mancata per troppo tempo – non è stato comunque sufficiente a risolvere i problemi, che sono strutturali e apparentemente incurabili.
Al calcio italiano manca soprattutto una legge sugli stadi di proprietà, che permetterebbe ai club di possedere la propria casa. Ciò rappresenterebbe uno sviluppo molto importante, capace di immettere nuovi soldi nel sistema, così da creare un livello di ricchezza che aiuti i club a tenere le loro finanze in ordine e incoraggiare il ritorno dei tifosi allo stadio.
Una ricetta seguita per prima dalla Premier League, che ha permesso ai club di accrescere la propria forza finanziaria con l’aumento delle entrate provenienti anche dallo sfruttamento dei diritti di denominazione dello stadio, dal merchandising e da altre fonti di reddito come i diritti tv. Tutto ciò ha incoraggiato ulteriori investimenti nelle strutture.
La Bundesliga tedesca ha seguito recentemente questo esempio.
In Italia, invece, gli introiti provenienti dai diritti televisivi costituiscono i due terzi dei ricavi delle squadre di serie A: diversamente dal resto d’Europa i tifosi non vanno più allo stadio.
Il fatto che i magnati dalla Russia, dal Golfo o dall’Asia preferiscano investire nei campionati di Inghilterra o Francia è di certo un brutto segno per il nostro calcio.
Senza considerare l’effetto negativo dovuto allo scandalo delle partite manipolate, con dirigenti e giocatori sì condannati, ma a sanzioni andate eccessivamente a ridursi durante i tre gradi di giudizio.
A giugno potremmo correre il rischio di incappare, in occasione dei Mondiali di Calcio, in nuove forme di alterazione delle gare, già infiltratesi in Europa e nel Mondo. Molte partite daranno la possibilità di scommettere da tutto il mondo anche se curiosamente, proprio in Brasile, scommettere sul calcio è illegale. E intanto un semplice gol, segnato o subito, potrebbe segnare il destino di una Nazionale.
 

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