Alberto Bortolotti, consigliere Ussi
E’ talmente cambiato il parterre della Motogp che manco ci si accorge di un disastro epocale di Rossi. Parte sedicesimo, vola fuori proprio al Mugello e tutta l’attenzione è sugli altri. Vabbè che Petrucci è quasi un veterano, non parliamo del Dovi e Marc Marquez…sembra che sia lì da sempre.
La gara è stata bella, combattuta, spettacolare: ha vinto il meno forte, proprio il ducatista Petrux, e la battaglia che conta l’ha comunque portata a casa il catalano, che scava, da secondo, un altro fossettino per vincere l’ennesimo titolo. Quello che ha più colpito alla fine è stato – detto dal cronista RAI – quasi il “rapporto d’amore” tra Dovizioso e Petrucci. Raro vedere due “nemici” andare, almeno al momento, così d’accordo. E nemmeno il corpo a corpo finale guasta il feeling, in fondo “Calimero” Petrucci finora aveva suscitato tenerezza. Che vinca, va bene. Che cominci a farlo spesso, forse meno. Ma si vedrà nel prosieguo. A oggi, ecco le parole al miele dei due alfieri di Borgo Panigale.
“E’ stato molto furbo quando ci ha provato – dice il forlivese a proposito dell’ultimo giro -. Se avessi chiuso la curva sarei finito su Marc. Quando sei all’interno non vedi quello che succede fuori. Lui ha deciso di entrare e quello che succede all’esterno sono affari degli altri. Se non avessi fatto così saremmo caduti. Si merita questo successo. Sapevo che avrebbe potuto fare meglio e lo sta facendo. Non credevo riuscisse ad entrare, in quel punto ero più preoccupato da Marc. Lui quest’anno è molto forte, e soprattutto la Honda. Continuano ad avere una percorrenza in curva superiore alla nostra e dobbiamo cercare di migliorare questo aspetto. Siamo forti ma abbiamo sempre lo stesso problema che dobbiamo cercare di risolvere”.
Replica il ternano: “Ho dedicato la vittoria ad Andrea, perché dopo Austin mi ha preso da una parte e mi ha detto che stavo facendo delle cazzate, perché mi stavo facendo troppi problemi e pensavo troppo. Che dovevo smetterla di pensare di essere quello sfortunato perché ero entrato in MotoGP dalla finestra, perché ora ho una moto buona. Ma anche che gli ricordavo lui stesso negli anni in cui sembrava un ‘brutto anatroccolo’ e che la chiave è focalizzarsi su se stessi, come ha fatto lui quando era arrivato in Ducati Lorenzo. Mi ha detto di costruire le mie basi sui miei punti di forza, senza pensare al futuro e a tante altre cose. E oggi ho dimostrato di poter vincere in MotoGP. Andrea si sta giocando il Mondiale ed mi ha chiesto di allenarci insieme, perché pensa che possiamo crescere tutti e due. Sicuramente servirà più lui a me, ma anche io posso essere utile per lui”.
Infine, Valentino. Giustamente un po’ preoccupato: ““È stata dura già da venerdì. Abbiamo fatto di tutto per migliorare la moto, perché comunque siamo il team ufficiale e abbiamo il compito di provarci, ma purtroppo non ha funzionato. Non mi sono mai trovato a mio agio e siamo andati davvero piano. Poi c’è stata anche un po’ di sfortuna nel non aver centrato il Q2 e nell’essere partito così indietro, con tutto quello che comporta. Mi sono anche toccato con Mir all’inizio…L’errore nella FP3 di sabato mattina è stato decisivo, partendo più avanti avrei potuto fare una gara più decente”.
In classifica Marquez ha 12 punti di vantaggio su Dovizioso, che a sua volta tiene Rins a 15 punti, Petrucci a 21 e Rossi a 31.