Mentre la stagione sta partendo, arriva una bombetta di mercato che può cambiare gli equilibri futuri della Formula 1. “Sarebbe molto interessante vedere Hamilton diventare un pilota della Ferrari – ha commentato Davis Croft di Sky Sport UK – può succedere, per cui non lo escluderei tra le ipotesi per il futuro. Sono sicuro che lo stesso Lewis ci abbia pensato, una o due volte. Se la Ferrari ha un’auto in grado di vincere il campionato, credo che possa succedere”.
Vabbé, ciò premesso si dice spesso che è giocoforza fidarsi dei bookmaker. E’ quasi sempre vero, chi tiene il banco non ha nessun interesse a farlo saltare. Per cui se le agenzie di scommesse inglesi dicono che il favorito per la vittoria in Australia (non il favorito del Mondiale, intendiamoci. è Sebastian Vettel vuol dire che hanno valutato con attenzione gli esiti dei test catalani.
Male Bottas, giudicato al momento inferiore anche a Verstappen, oltre Leclerc, e inesistenti i piloti non appartenenti ai tre top team. Insomma, nihil sub soloe novi. La Formula 1 sarà una lotta a due con un eventuale terzo incomodo. Il resto è ornamento. Ma da Magnussen arriva una previsione: a centro gruppo la bagarre aumenterà. Prestazioni migliorate, più sorpassi.
Nel motomondiale i giudizi di oggi hanno il conforto di qualifiche “reali”. Poi, certo, bisogna sempre attendere la gara, in cui solitamente Marquez è il dominatore specialista ogni anno, eccezion fatta per il 2015. Comunque Vinales ha marcato una pole importante per sé e per Yamaha.
In chiave tricolore (e, se mi è permesso, bolognese) Ducati pare piuttosto in ordine. Non solo con l’ormai veterano Dovi, ma anche con il promosso Petrucci (giustamente infuriato con l’ “approfittatore” Marquez) . Tra i “giovani” spiccano Jack Miller e Quartararo, che ha fatto una preseason importante.
Arrancano nelle retrovie gli ex . al momento – dioscuri Lorenzo e Rossi, su cui occorre approfondire un attimo l’analisi. Lorenzo è al terzo cambio di moto in tre anni, e alla fine ha scelto di finire nelle fauci di Marquez, dopo essersi “scontrato” con Valentino e Dovizioso. Che lo favoriscano mi pare difficile da credere.
Rossi ha 40 anni, scarso feeling con la moto, non vince un titolo da 10 anni ma non si rassegna all’anagrafe. E fa bene, intendiamoci, purché ci possa essere certezza del fatto che Yamaha punti ancora su di lui. Se Vinales prende l’abbrivio, beh, ci si potrà far poco.