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Un Napoli vietato ai minori. Orrore azzurro, salviamo il soldato Ringhio. Dal blog di Gianfranco Coppola

Un Napoli vietato ai minori. Orrore azzurro, salviamo il soldato Ringhio. Dal blog di Gianfranco Coppola

 Gianfranco Coppa vicepresidente Ussi
Immobile nella sua implacabilità, Ciro da Torre Annunziata di celeste Lazio vestito marcia verso il San Paolo con piglio imperiale. Sarà poi la volta di Sarri, che attraverserà lo stadio dei ricordi mentre intorno gli sembreranno teste decapitate del suo Napoli da Museo Virtuale le facce desolate di calciatori e tifosi.
Virale. Si dice così quando un’immagine passa di occhio in occhio. Web cattivo ha mostrato il volto piangente del bimbo avvolto nella sciarpa forza Napoli diventato appunto virale. Dignitoso nel suo dolore, il ragazzino ha scosso le coscienze di molti, chissà se anche dei calciatori del Napoli ovviamente fedeli alla consegna del silenzio imposto dal patron.
Con tutto l’affetto per il piccolo, ma davvero, la sua meravigliosa storia fatta di candore mi riporta alle parole di Rino Gattuso: inguardabili. Nel cinema, ma guarda un po’, ci sono film vietati ai minori di 18 anni. E’ il caso di questo Napoli: un film dell’orrore. La stagione è molto più che paradossale. C’è evidentemente un Ufo nella Champions League: è il Napoli, appunto. Tra le teste coronate dell’Europa che si gioca la grande coppa con le orecchie c’è una squadra che rantola ai limiti della zona rossa della classifica. Possibile? Certo, anzi matematico. Ovviamente grazie alla moltiplicazione di antenne e parabole c’è chi vaticina stupidaggini spacciandole per verità assolute, del reato basti pensare al calciomercato che consente visioni come calciatori già atterrati con voli privati o in albergo con frequenza superiore alle immagini sante in giro per il mondo. Tra le voci, un grande vecchio che avrebbe favorito l’arrivederci senza spargimento di sangue e anzi con reciproco risparmio in termini di soldi tra De Laurentiis e Ancelotti. Bah. Di sicuro il Napoli è stato protagonista di un primato assoluto: licenziare un allenatore dopo la gara che ne ha sancito il passaggio al turno successivo di Champions League, in un girone che comprendeva i campioni d’Europa del Liverpool. Ancelotti andò in albergo per sentirsi dire ho già preso Gattuso sapendo che il suo destino era già segnato, infatti salutò tutti al 91° come fa chi sa che l’avventura è finita.
A mio parere, dopo che la squadra rifiutò il ritiro il Presidente a costo di torcersi le budella al di là delle multe avrebbe dovuto rafforzare l’allenatore e mincciare di mettere da subito sul mercato i rivoltosi più esposti: da Allan che avrebbe preso per la gola il vicepresidente nonchè figlio e Insigne come capitano.
Una settimana fuori rosa per entrambi, guardando bene i limiti di operatività delle carte federali, che quasi nessuno ormai conosce. Le carte federali, intendo. Per Mertens e Callejon, già bollati come marchettari, destino segnato e rivoluzione partendo dal gruppo non dal singolo.
Mi astengo su Gattuso come scelta. Per quanto l’ho conosciuto è una persona vera, leale, ricco di valori umani. Ha difeso fino all’inverosimile i suoi, tranne sbottare nel dopo match con la Fiorentina. Ammettendo anche i suoi sfondoni. Nel momento di totale confusione avrei scelto un altro allenatore, magari meno ringhioso ma più visto come uno zio affettuoso. Gente con i conti in banca gonfi, carriere votate o a cambiare aria per vincere o per soldi, non sente la scossa del motivatore. Ma ormai bisogna prnedere atto che l’obiettivo stagionale è l’opposto di quanto neppure il più pessimista tra i tifosi avrebbe immaginato. E allora la speranza è che Gattuso sia messo nelle condizioni di non dover pagare la sua lealtà ma anzi di poter confermare le qualità di uomo perbene.

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