di Gianfranco Coppola, vicepresidente USSI
La rete toccata con la bandierina esattamente come fa un assistente uomo. I preliminari di controllo senza alcuna sbavatura ma col rigore tipico della persona che si è fatta largo con autorevolezza nel mondo arbitrale. La rete che diffonde le frasi vergognose di un telecronista non nuovo a posizioni sgradevoli, commenti triviali. E la vergogna cresce in rete. Sempre più. Calcio al femminile costretto ancora una volta a subire offese, nel giorno in cui c’è stata un’autentica festa allo Juventus Stadium con la sfida tra la zebra bianconera versione femminile contro la Fiorentina, a conferma che la svolta del club rosa all’interno delle società di serie A col maschile preminente e prevalente è stata la svolta.
L’offesa parte da Agropoli, laddove nacque uno dei più forti centravanti dell’epoca antica: Vincenzo Margiotta, che piaceva anche al grande Torino e giocava col granata della Salernitana, il Torino del Sud. E ad Agropoli da anni va in scena un torneo internazionale per bambini di ambedue i sessi, coi colori della felicità da ogni continente.
La becera espressione che ha ferito il vivere civile , non certo Anna Moccia, l’assistente in gonnella, cui è piovuta addosso una solidarietà grandinante a allo stesso tempo dolce, ferisce e rattrista. L’etica nel giornalismo sportivo è regola aurea, ancorchè messa a dura prova negli ultimi anni dai pessimi emuli di Aldone Biscardi che inventò le fazioni del Processo per fare audience, ma stoppava immediatamente ogni offesa. E riannodando il filo della memoria un “negraccio” mai pronunciato da Niccolò Carosio costò al più popolare telecronista il posto di microfono numero 1.
Non starà più al microfono Sergio Vessicchio da Agropoli, sospeso dall’Ordine della Campania e in attesa di giudizio dopo l’istruttoria. Ma rattrista che non siano arrivate giù a gara in corso le scuse, qualcuno che era in cuffia dovrebbe aver fatto notare le cose al telecronista. O chi era a casa. Nulla. Inguardabile, una delle vergogna della Federazione.
Il narratore di questa epica da trivio è un giornalista iscritto all’albo e anche con esperienze in emittenti televisive regionali, dunque uno che qualche maestro dovrebbe aver incrociato sulla sua strada. Come è stato possibile? Risponde: “ho fatto una scivolata ma volevo dire che arbitri donne per torneo femminile: mi è partito l’embolo. Mi sono scusato a mezzo video anche con la zanzara e il tg1, voglio mandarle fiori per incontrarla e scusarmi pubblicamente. Io ce l’ho con Nicchi che ha rovinato il mondo arbitrale. Pure Collovati è stato sospeso per aver detto che il calcio commentato tatticamente dalle donne gli fa un po’ effetto, per non dire schifo. “.
Al di là di ogni altro commento, conviene ricordare i primi tre articoli del Codice Media e Sport approvato anni fa con l’Ussi protagonista:
Il presente Codice di autoregolamentazione di seguito denominato “Codice media e sport”.
Articolo 1
(Principi generali)
- Ai fini del presente Codice per informazione sportiva si intende quella veicolata dai diversi media a una pluralità di destinatari che tratta sotto forma di cronaca, commento, dibattiti televisivi e radiofonici con ospiti in studio o collegati dall’esterno, eventi sportivi in generale e calcistici in particolare.
- Nella diffusione dell’informazione sportiva, qualora realizzata anche al di fuori delle testate giornalistiche, le parti assicurano comunque l’osservanza dei principi della legalità, della correttezza e del rispetto della dignità altrui, pur nella diversità delle rispettive opinioni.
- Fermo restando quanto previsto all’art. 2, le parti si impegnano a evitare qualsiasi forma di incitazione o di legittimazione di comportamenti contrari a norme di legge.
- Vengono fatti salvi e ribaditi i doveri derivanti dalla legislazione sulla stampa, da quella sulle emittenti radiotelevisive e da quella sull’Ordine dei giornalisti.
Articolo 2
(diritto di informazione sportiva)
- Il commento degli eventi sportivi dovrà essere esercitato sui diversi media in maniera rispettosa della dignità delle persone, dei soggetti e degli enti interessati, con la chiara distinzione tra il racconto dei fatti e le opinioni personali che si hanno di essi.
- Le parti si impegnano in ogni caso a evitare il ricorso a espressioni minacciose o ingiuriose nei confronti di singoli individui o di gruppi di persone quali, ad esempio, atleti, squadre, tifosi avversari, arbitri, giornalisti, forze dell’ordine, soggetti organizzatori di eventi sportivi, etnie, confessioni religiose.
- Le parti assicurano una corretta informazione relativamente ai reati commessi in occasione di eventi sportivi, tenuto conto della loro rilevanza sociale.
- Nel rispetto della propria autonomia editoriale, le parti si impegnano a stigmatizzare le condotte lesive dell’integrità fisica delle persone, della loro dignità e dei beni di proprietà pubblica e privata verificatesi in occasione di eventi sportivi.
- Preso atto che le immagini sono parte essenziale dell’informazione sportiva, nei casi di utilizzo di immagini registrate e di espressioni particolarmente forti e impressionanti, sarà cura del conduttore o del commentatore avvertire gli spettatori facendo presente che le sequenze che verranno diffuse non sono adatte al pubblico dei minori.
Articolo 3
(conduzione delle trasmissioni radiofoniche e televisive)
- Le emittenti ed i fornitori di contenuti assicurano che i conduttori delle trasmissioni di informazione sportiva abbiano adeguata conoscenza del presente codice, nonché delle disposizioni normative soprarichiamate e delle regole che disciplinano l’esercizio di ciascuna delle discipline sportive oggetto delle trasmissioni loro affidate.
- In caso di violazione delle disposizioni del presente Codice, da chiunque commesse nel corso di trasmissioni radiofoniche o televisive di informazione e di commento sportivo in diretta, inclusi ospiti, membri del pubblico, interlocutori telefonici o via internet, il conduttore dissocia con immediatezza l’emittente e il fornitore di contenuti dall’accaduto e ricorre ai mezzi necessari – fino alla eventuale disposizione di una pausa della trasmissione, o la sospensione di un collegamento, o l’allontanamento del responsabile – per ricondurre il programma entro i binari della correttezza.
- Nel caso di trasmissioni registrate, le emittenti e i fornitori di contenuti si impegnano a procedere al preventivo controllo del contenuto delle stesse, escludendo dalla messa in onda episodi che costituiscano violazioni del presente Codice.
- Le emittenti e i fornitori di contenuti si impegnano comunque, in caso di violazione del Codice a diffondere nella prima edizione successiva del programma in cui è stata commessa la violazione, o in altra trasmissione della medesima emittente, un messaggio nel quale l’editore e l’emittente e i fornitori di contenuti stessi si dissociano dall’accaduto esprimendo la loro deplorazione.
- Le emittenti e i fornitori di contenuti, si riservano di valutare l’idoneità dei soggetti che si sono resi responsabili di violazioni alle disposizioni del presente Codice a partecipare ulteriormente a trasmissioni di informazione o di approfondimento sportivo, tenuto conto della gravità e delle eventuali reiterazioni della violazione, oltrechè del comportamento tenuto dall’interessato successivamente alla stessa.
- Le emittenti e i fornitori di contenuti si impegnano a realizzare, nel rispetto di quanto previsto dal Codice in materia di trattamento dei dati personali, misure atte, se del caso, a rendere individuabili i soggetti che si collegano telefonicamente, in audio o in audiovideo, alle trasmissioni.